martedì 8 marzo 2016

Antenna ad alta induttanza per frequenze E.L.F


Dopo la realizzazione del ricevitore E.L.F il mio desiderio era anche quello di realizzare un’ antenna per questa porzione di banda molto bassa, ricordiamoci che in queste frequenze bassissime si parla di lunghezze d’ onda di km !!!
 Come sempre la rete offre molti progetti e come detto in altre occasioni il sito Vlf.it  si presta come una miniera d’ oro per chi è affascinato o chi si avvicina a queste frequenze, dopo una documentazione accurata un’ antenna ha colpito la mia attenzione, sia per la sua efficacia e sia per la sua fattezza.
 Si tratta di un’ antenna ad altissima induttanza o induttore, composto da una o più bobine avvolte con filo di rame smaltato ( solitamente da 0.2-0.3 mm ) che poi vengono montate su un nucleo in ferrite, sfruttando questi avvolgimenti possiamo avere a disposizione un’ elevatissimo metraggio di filo a disposizione.
 Ora però la nota dolente…. !!!!! La realizzazione di questa antenna è molto dispendiosa principalmente per l’ alto contenuto di rame che contiene e anche per il materiale che compone il nucleo, infatti in diversi progetti viene usato per il nucleo il “ Permalloy “ oppure il “ Mumetal “, questi materiali Hi-Tech sono oltre che non facili a trovare, anche molto costosi.
 Da qui il mio pensiero di abbandonare il progetto che tanto mi aveva affascinato, una realizzazione troppo onerosa per un semplice progetto a livello amatoriale, ma poi……la svolta !!!!
 Parlando con degli amici, viene fuori che uno di loro oltretutto presidente della sezione ARI di cui faccio parte, ha a disposizione alcune bobine provenienti da alcuni contattori Ghisalba per uso navale che giacciono da anni dentro una scatola nel suo magazzino e che volentieri me le mette a disposizione per la realizzazione del mio progetto.
 Altra nota positiva è stato un articolo apparso sui primi numeri di RR del 2014 a cura di Riccardo Rossi IV3NQS dove viene realizzata una di queste antenne, ma usando per il nucleo delle barrette di ferro dolce per saldatura da 1 mt e di facile reperibilità, ma soprattutto con un costo basso.
 A questo punto il mio progetto poteva partire, e le bobine impiegate saranno 8 di cui 4 più grandi e altre 4 leggermente più piccole.
Una volta avute a disposizione le bobine ne ho aperta una per vedere il suo interno e anche questo è andato a mio favore vedendo che era realizzata in rame smaltato con diametro credo di 0.3 mm, qui in foto:


La cosa che non ho potuto stabilire sono le spire di cui è composta ogni singola bobina.   Nella foto seguente le bobine impiegate:


Le bobine sono state tutte ripulite e, altra cosa secondo me ottima è che ogni bobina ha due morsetti laterali di inizio/fine avvolgimento, anche questi accuratamente puliti. In una ferramenta molto ben attrezzata ho preso le barrette in ferro ( costo 3 euro al kg ), spendendo con lo sconto del negoziante circa 20 euro.

Queste sono le barrette di ferro lunghe 1 mt:


Una volta preparate tutte le bobine, è stato necessario tagliare a misura le barrette ( le ho tagliate un poco più lunghe della lunghezza totale delle bobine messe insieme ) e poi altro lavoro di pazienza è stato quello di isolarle una per una usando una comune pellicola per alimenti ( 1 euro al supermercato )


L’ isolamento delle barrette ( sempre seguendo il progetto SDT su Radio Rivista ) comporterebbe 2 vantaggi: limitare le correnti parassite “ Correnti di Focault “ che andrebbero a compromettere la sensibilità dell’ antenna, e proteggere le barrette dalla corrosione e ruggine. Una volta terminato l’ isolamento ho cominciato ad assemblare il tutto e come si può vedere, l’ antenna comincia a prendere forma ( nella foto le barrette non sono ancora isolate )


La fase successiva prevede il collegamento elettrico delle bobine che ho collegato in serie:


Il passo successivo è stato quello di realizzare lo “Schermo” che andrà ad avvolgere l’ antenna, lo si può realizzare utilizzando anche una pellicola di alluminio, io nel mio caso ho utilizzato una retina metallica, la classica rete per zanzariere….anche questa dal costo irrisorio. Cosa importante è, che i due lembi dello  schermo che sarà avvolto intorno all’ induttore non devono toccarsi !! Io per ovviare ad accidentali spostamenti dello stesso ho collocato la rete tra due fogli di mille-bolle


A questo punto con un classico morsetto a “coccodrillo” ho collegato lo schermo, e successivamente ho avvolto tutto l’ induttore con i fogli mille-bolle, quello che segue è il risultato:


A questo punto avremo tre fili che fuoriescono dall’ induttore, 2 provenienti dal collegamento delle bobine e 1 dello schermo, vedremo tra poco come collegarli.
E’ arrivato il momento di mettere tutto dentro un bel contenitore che preserverà l’ antenna specialmente per eventuali trasporti, e per questo ho utilizzato un tubo in PEHD usato per idraulica del tipo a "innesto” nel mio caso con un diametro di 125 mm e intestato con due tappi specifici per questo tubo ( costo 20 euro ).


Per il collegamento ho usato un vecchio ( ma bellissimo ) connettore surplus che avevo da molto tempo in un cassetto, con i suoi 3 contatti si è prestato benissimo al mio scopo, usando 2 contatti per l’ induttore e uno per lo schermo.


Visto che mi trovavo nel pieno del lavoro ho voluto aggiungere per varie eventualità anche delle connessioni aggiuntive quindi un connettore SO-239 dove ho sempre collegato l’ induttore, più un connettore RCA per lo schermo.


Nella foto seguente si possono vedere i vari collegamenti tra induttore, schermo e connettori.


Una volta terminate le varie connessioni ho verificato con il tester i vari contatti e finalmente ho chiuso tutto, l’ antenna finita si presenta cosi.


L' antenna è terminata, appena possibile inizierò a fare i primi test in aperta campagna, eventuali esperienze sul campo saranno pubblicate.

Ora sono doverosi alcuni ringraziamenti:

A Stefano IK0NSY che mi ha messo a disposizione le bobine.
A Renato Romero IK1QFK che mi ha seguito e supportato passo passo  per tutto il lavoro, rispondendo tempestivamente alle mie numerose mail, suggerendomi preziosi consigli, e fornito lo schema per la realizzazione del preamplificatore.

Renato 
IK0OZK

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